Non riguarda solo Croce Verde Padova

Alcune considerazioni, certo non esaustive, sulla “crisi” della Croce Verde di Padova. Quando 4 anni fa terminai con dispiacere l’incarico quinquennale di direttore e segretario generale per assumere un altro incarico, era stata appena ottenuta una revisione prezzi dei servizi, e l’inflazione a zero aiutava a mantenere il pareggio.
Erano state complessivamente acquistate oltre 40 nuove ambulanze in 5 anni, essenziali per il servizio ai cittadini, completamente ristrutturata la sede, assunti numerosi infermieri, realizzato un completo e profondo aggiornamento formativo per dipendenti e volontari. Nonostante i solleciti, ULSS6 e Azienda Ospedaliera avevano costretto Croce Verde ad una lunghissima e costosissima causa legale dal TAR al Consiglio di Stato su fino all’Alta Corte di Giustizia, perche’ Croce Verde intendeva fare valere una legge regionale del Veneto (voluta da De Poli) che permetteva agli enti pubblici che erogano servizi di sottoscrivere tra loro contratti di partenariato. Centinaia di migliaia di euro spesi in avvocati da entrambe le parti per l’ostinazione della Regione a volere contraddire se’ stessa non stipulando un accordo di partenariato, con il solo riconoscimento dei costi. Ebbene la Regione perse la causa europea nel 2020 (una spesa in legali delle parti simile a 1/3 dell’attuale presunto “buco”), ma ancora si ostina a non stipulare tale accordo, con un catenaccio burocratico che risulta difficile superare da parte di una dirigenza spontanea, a tratti ingenua, dell’associazione. Croce Verde e’ un ente pubblico e una associazione di volontariato, retaggio di un passato dell’Italia basato sul sacrificio per la collettivita’, e non sulla monetizzazione della socialita’, in cui i volontari (1.500), svolgono gratuitamente e con il medesimo rigore, il lavoro svolto dagli oltre 100 dipendenti.
Quando una stazione appaltante vessa l’appaltatore debole, ha grandi responsabilita’ verso il suo degrado e fallimento.
Ho il sospetto grave, maturato dai miei 5 anni da dirigente ormai lontani, che sia proprio questo il motivo del mancato rinnovo contrattuale: una associazione di volontariato non e’ una azienda, non ha proprietari, non ha interessi. Ha solo qualche ingenuita’ gestionale e dirigenziale, e una missione sociale, perseguita con ostinazione e impegno da 110 anni (pensa un po!). E qualcuno deve avere deciso che quel tempo sia finito, si faccia sparire la concorrenza scandalosamente gratuita di Croce Verde, e serva un bello, grosso, ricco appalto privato
magari prorogato mille volte, con dipendenti sfruttati e sottopagati ma sonori profitti imprenditoriali, come i mille che affollano i 12 miliardi della sanita’ veneta, e purtroppo ancor di piu’ i 130 miliardi spesi ogni anno dalla sanita’ italiana, con i dubbi risultati che tocchiamo con mano ogni giorno.
I cittadini di Padova e Provincia non immaginano cosa significhi perdere Croce Verde in qualita’, umanita’ e prontezza del servizio.
E non riguarda solo Croce Verde Padova.

Amedeo Levorato, 23 settembre 2023


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